Mostra Futurismo GNAM

“Il tempo del Futurismo” e la performance di Nora Lux

2 Dic 2024 | Mostre ed eventi culturali, Riflessioni, Storia dell'arte

La famigerata mostra sul Futurismo a cura di Gabriele Simongini – di cui tanto si è parlato negli ultimi mesi – è stata inaugurata oggi, 2 dicembre, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

Due macchine ai piedi della maestosa scalinata, una pioggia di giornalisti e una lunga fila di invitati che, dall’ingresso, corre parallela alla grande facciata: è questa l’atmosfera intorno alle 18:00, pochi minuti prima dell’inaugurazione.

“Velocità, dinamismo”, si legge sull’auto d’epoca rossa. La stessa velocità e lo stesso dinamismo che la GNAM ha adoperato per il cambio di identità avvenuto recentemente. Una “C” finale che rende l’ormai GNAMC un possibile personaggio delle Cosmicomiche di Calvino (e a proposito della vicenda legata proprio al rebranding della GNAM e alla curiosa presenza di Lorenzo Marini come artista in mostra, vi rimando all’articolo di Massimiliano Tonelli su Artribune).

Mostra Futurismo ingresso GNAM

Ma mettiamo per un attimo da parte le assurde ingerenze della politica circa l’organizzazione della mostra, e torniamo davanti alla Galleria, fra l’ingresso e le due macchine. Poco dopo le 18:00, è lì che l’artista Nora Lux – fotografa e performer – arriva vestita interamente di nero, sale le scale e inizia a cancellare con un pennarello il Programma Politico Futurista del 1913. Solo una frase non viene cancellata, quella “contro l’ingerenza del governo in materia d’arte”.

Programma politico futurista

La performance di Nora Lux è stata un urlo silenzioso di protesta contro le prevaricazioni compiute dal governo per questa mostra. “Qui c’è di mezzo la dignità umana”, afferma l’artista dopo la performance, “in quest’azione ho sentito un’urgenza e una necessità che vanno oltre l’essere un’artista nel proprio studio, che fa le proprie belle foto e le proprie performance – io sono vent’anni che faccio questo – però qui la situazione è un po’ diversa” e ancora “uno storico dell’arte dà la sua vita per lo studio, come un artista dà la propria vita per l’arte, e non è giusto il Comitato Scientifico sia liquidato dopo otto mesi di lavoro, soprattutto considerando che dentro la mostra c’è il loro sforzo, ci sono le loro scelte, ci sono i loro studi”.

L’artista ha posto un forte accento sulla fortissima ingiustizia legata alla manipolazione di un’esposizione che non rispetta più la scelta di lavoro storico-critica iniziale di chi ha contribuito a creare la mostra.

Per Nora Lux, oggi come mai un artista deve lavorare in modo coerente rispetto alla società nella quale opera e vive; ad esempio, il suo lavoro è sempre stato legato al femminile sacro. In questo momento, però, stare al passo con quanto succede a livello storico, politico e culturale ha rappresentato per lei l’urgenza più impellente, il motore – per dirla futuristicamente – che l’ha spinta a compiere la sua performance, a sperare di far riflettere la gente. Una necessità che ha a che vedere con il bene, oltre che con l’arte in sé.

Considerando poi che l’artista di quest’anno alla GNAM è Emilio Isgrò, la cancellatura di un testo diviene ancora più piena di significato. Cancellare per sottolineare. Una cancellazione che porta la parola “azione” già nel suo stesso nome e che non vuole negare, ma mettere in evidenza, puntare un faro. E Nora Lux, con la sua azione, ha provato a dare luce ad alcune delle connotazioni molto buie che questa mostra si è portata dietro prima ancora di cominciare.

Performance Nora Lux

Purtroppo, però, ciò che si dovrebbe scrivere sui giornali non riguarda tanto la performance in sé, pure tanto piena di significato, ma quanto successo appena dopo. Quando infatti, al termine della performance, l’artista è scesa dalle scale verso il parcheggio, quattro agenti l’hanno seguita e hanno aspettato di trovarsi in una zona non illuminata per circondarla e chiederle il documento. L’artista è quindi tornata sulle scale, per essere poi scortata da amici e giornalisti al parcheggio; di nuovo, per la seconda volta, due degli uomini di prima si sono avvicinati. Solo la presenza della videocamera di La7 e la prontezza del cameraman nell’inquadrare i loro volti li ha fatti allontanare, forzando però l’artista a ritornare per la seconda volta indietro, sulla scala illuminata.

Si è trattato di una performance assolutamente pacifica. Da dove scaturisce l’esigenza di accerchiare una donna in un parcheggio, al buio, invece che chiederle i documenti davanti a tutti? Per cosa, poi?

L’arte dialoga con l’arte, da sempre. Se una mostra non può sostenere una performance in risposta ad essa, forse c’è qualcosa che nel sistema si è rotto, per lo meno qui alla GNAM. Le conclusioni, su quale eredità e quali valori il Governo abbia voluto portare in mostra questa sera, le si lascia al vostro giudizio.

 

Leggi il precedente articolo del blog: https://www.nonsoloarte.blog/stranieri-ovunque-cosa-ci-lascia-questa-biennale/  

 

 

 

l'Autrice

Paola Pulvirenti

Mi chiamo Paola Pulvirenti, ho ventiquattro anni e frequento un master in Management dell’arte e dei beni culturali presso la Treccani. Sono nata a Leonforte, un piccolo paese nelle terre di Proserpina. Dopo aver vissuto gli anni della triennale a Catania, mi sono trasferita a Ravenna e ho concluso un percorso di laurea magistrale in storia dell’arte, volto alla tutela, alla valorizzazione e alla comunicazione del patrimonio.

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