Il treno ha sempre esercitato su di me un fascino superiore rispetto a qualsiasi altro mezzo di trasporto. Non so in che misura la romanticizzazione che la letteratura, per secoli, ha fatto del musicale scorrere del tempo su di un binario ha contribuito a renderlo ai miei occhi tanto speciale; mi ha però sempre affascinato ogni peculiarità che è del treno e nel treno soltanto combinata con tutte le altre. L’idea di vedere gradualmente scorrere i paesaggi sotto i propri occhi, osservandoli cambiare lentamente, accompagnati da quel movimento oscillante e continuo che sembra cullarti tutto il tempo; la possibilità di leggere un libro e fare un viaggio dentro il viaggio, alzando di tanto in tanto lo sguardo per non rischiare di perdere qualcosa di bello là fuori; le persone che si incrociano casualmente, che ti ritrovi accanto, che provano a riassumerti in pochi minuti tutta la loro vita, il senso del loro viaggio, o semplicemente ti regalano uno sguardo, un sorriso.
Ed è proprio quel musicale suono che il treno fa quando passa tra i giunti dei binari ad aver fatto da colonna sonora all’Interrail che ho scelto di fare in solitaria dopo il liceo. Diciassette giorni. Sei città. Sei Stati.
ZAINO IN SPALLA
Quando avevo lo zaino addosso la situazione era abbastanza ironica. Ricordo che durante l’ultima tappa, appena prima di ripartire da Budapest, mi sono sentita chiamare ridendo da una guida che avevo conosciuto il giorno prima: il mio zaino era alto almeno la metà del mio corpo. Però viaggiare con uno zaino in spalla ti fa sentire un po’ di avere il tuo mondo addosso, di poter camminare senza trascinare nulla, col tuo passo, tutto dietro di te. Nessuna valigia in mano, niente che intralci il cammino. Ciò che ti serve è dietro e il mondo davanti.
Io sono partita con uno zaino di 70 litri che ho lasciato negli ostelli appena arrivata in ogni città e uno da 30 litri con cui ho invece girato ogni giorno.
Dentro il mio zaino c’erano i cambi, due libri da leggere, la macchina fotografica, l’immancabile agenda in cui annotare quei dettagli che una macchina fotografica non riuscirebbe a catturare e delle altre cose, forse meno scontate ma non meno utili: innanzitutto delle posate, che possono servire sia mangiando fuori al volo che in ostello, perché potrebbe esserci la colazione ma non abbastanza posate (a me è successo); a volte ci si scorda bagnoschiuma e shampoo ma gli ostelli non li forniscono mai, stessa cosa per gli asciugamani; una borraccia che potrete riempire nelle varie fontane risparmiando non solo economicamente ma anche il tempo in cui cercare dove comprare l’acqua. Per il resto ciò che consiglio è l’essenzialità: ogni cosa che deciderete di portare l’avrete come peso sulle spalle per ogni spostamento.
IL PASS
Le sei tappe che ho toccato col mio viaggio sono state Berlino, Praga, Cracovia, Vienna, Bratislava e Budapest. Ho fatto l’andata e il ritorno direttamente in aereo, così da poter risparmiare giorni di viaggio in treno.
La prima cosa da sapere prima di affrontare un Interrail è proprio come funziona il pass. Ci sono vari pacchetti acquistabili sul sito. In esse cambia la durata del pass in sé e soprattutto il numero di giorni in cui è utilizzabile. Io avevo il Global Pass, che mi permetteva di viaggiare per 7 giorni all’interno di un mese, in 33 Paesi. Per me è stata la soluzione migliore, perché questo tipo di biglietto ti permette di distribuire all’interno di un mese diverse città, potendoti muovere tanti giorni da costruire un itinerario abbastanza ricco. Facendo andata e ritorno con l’aereo, avevo 7 giorni di viaggio per i miei 5 spostamenti, mantenendo due giorni come bonus qualora ne avessi avuto bisogno. Il bello dell’Interrail, infatti, è che si può decidere sul momento di salire su qualunque treno che abbia ancora dei posti disponibili: basta scrivere appena saliti sul proprio pass il numero del treno, la città di partenza e quella di destinazione e verrà obliterato come un normale biglietto. Il consiglio che do, però, è quello di prenotare il posto anticipatamente sulle tratte che contate di percorrere sicuramente, in questo modo sarete sicuri di non rimanere fuori e avrete pagato solo qualche euro in più.
Una soluzione comoda e anche utile per risparmiare tempo, ad esempio, può essere quella di prendere una cuccetta (per la quale si pagherà un piccolo sovrapprezzo e che va prenotata in anticipo) e viaggiare di notte mantenendo intatte le ore diurne per visitare la città. Io ho scelto di non usufruire di questa opzione perché i miei spostamenti erano tutto sommato brevi e poi, essendo da sola, ho preferito spostarmi prevalentemente di giorno sia nelle stazioni che nelle città. Questa soluzione, però, può essere comoda anche per sposarsi inizialmente uscendo dal proprio Paese o per rientrare, dato che probabilmente si tratta della distanza maggiore da coprire. Il detentore del pass, infatti, ha a disposizione un solo viaggio di andata e uno di ritorno che comprenda il Paese di origine: questo significa che partendo da Roma, Roma potrà essere l’unica tappa italiana presente sul pass oltre a quella del ritorno; non sarebbe possibile, ad esempio, percorrere la tratta Roma-Milano per prendere da Milano un treno per Parigi.
L’ALLOGGIO
Chiarite le questioni relative strettamente all’uso del pass vero e proprio e alla scelta di partire con uno zaino piuttosto che con una valigia, perché incredibilmente più pratico per questo tipo di viaggio, la successiva questione alla quale bisogna pensare è quella relativa agli alloggi. Qui subentrano diverse variabili: se avete deciso di costruire il vostro viaggio in itinere, oppure se lo avete definito per grandi linee prima di partire, lasciando comunque il margine di elasticità che un pass del genere vi permette di avere. Nel primo caso, ovviamente, dovrete prenotare tutto all’ultimo considerando che soprattutto in estate c’è il rischio di poter trovare tutto – o quasi tutto – già occupato. Io vi consiglio quindi, per quella che è stata la mia esperienza, di prenotare con un poco di anticipo gli ostelli per non incorrere in questo rischio. Anche in questo caso il viaggiare da sola mi ha vincolata ad avere la sicurezza di un posto certo in cui tornare; prima di partire ho letto molti racconti di Interrail e capita spesso, non prenotando, di finire per dormire in stazione o di rimanere in giro tutta la notte, eventualità stancante ma fattibile se si parte con un gruppo di amici.
Il mio consiglio, comunque, è quello di optare sempre per degli ostelli: che stiate intraprendendo il viaggio in compagnia o, a maggior ragione, in solitaria. L’ostello vi dà sempre la possibilità di fare tantissime conoscenze, di tornare e cenare con degli sconosciuti attorno a un fuoco ad esempio, come mi è successo a Berlino; di scambiarvi consigli su cosa mangiare con degli stranieri, dopo una lunga giornata in giro per Praga, o di trovarvi a conoscere persone con cui affrontare la giornata successiva, nel mio caso a Vienna.
L’ITINERARIO
Su questo aspetto c’è poco da scrivere, perché penso sia una scelta molto personale e dettata da preferenze ed esigenze soggettive di chi intraprende il viaggio. Il giro che ho fatto io è stato molto comodo a livello di tempistiche e si è rivelato incantevole per le città che ho avuto l’occasione di visitare.
Consiglierei a chiunque di fare un’esperienza del genere. Per me voleva essere il “viaggio della maturità” inteso nel senso più ampio del termine. La fine di un percorso, quello liceale, e l’inizio di quello universitario, che volevo affrontare con un arricchimento dentro, dal punto di vista culturale e umano. È stata una sfida personale, mi ha fatto comprendere quanto profondamente ami il viaggio, quello autentico, che ti fa uscire non tanto dalle mura di casa, o dai confini della tua città ma dai confini della tua sicurezza, della tua zona di comfort.
Comunque si intenda il viaggio, però, qualunque bagaglio portiamo sulla schiena o trasciniamo sulle ruote (o portiamo nel cuore) un interrail è secondo me una modalità di scoperta e di esperienza che vale la pena intraprendere almeno una volta nella vita.
Se voleste qualche chiarimento in più su qualunque aspetto, qualche consiglio o semplicemente un confronto sull’argomento, potete scrivermi tranquillamente. Qui sul blog troverete diverse modalità per metterci in contatto!