All’indomani dello scoppio del secondo conflitto mondiale, tutti gli Stati d’Europa si trovarono a dover fronteggiare, fra le altre emergenze, anche quella relativa alla tutela del proprio patrimonio artistico, che rischiava di essere danneggiato seriamente a causa dei bombardamenti. In particolar modo la National Gallery di Londra, reduce dai bombardamenti della Prima Guerra Mondiale, elaborò già a partire dal 1934 un piano per la veloce rimozione delle opere dalle varie sale e lo spostamento di esse in un luogo più sicuro.
Nel 1939, molti dei dipinti vennero portati fuori dalla città, a Nord, e nel 1940 vennero definitivamente collocati nella cava di Manod, a causa del rapido avanzamento delle truppe tedesche.
Il conflitto stremò la città; Londra venne ripetutamente bombardata e l’animo dei londinesi si ritrovò sempre più stremato.
1942: la direzione della National Gallery, dopo aver ricevuto l’appoggio del governo, capì che l’arte poteva rivelarsi un’arma potentissima contro la disperazione, diventare un faro per il popolo, bellezza che salva.
Immaginiamo tutta la Galleria deserta e un unico quadro, diverso ogni mese, come simbolo di speranza. Fu così che si svolse una sorta di sondaggio fra i sostenitori e venne scelto un quadro, il “Noli me tangere” di Tiziano, affinché potesse assurgere per primo a questo arduo compito.
Nel quadro Maria Maddalena ha ancora nella mano l’unguento con il quale voleva cospargere il corpo di Cristo; si trova in ginocchio, su un terreno arido e sassoso, privo di vita, quasi sorpresa nell’atto di cercare il Maestro. Quest’Ultimo scosta la Sua veste, con dolcezza e grazia, affidandole il compito di annunciare il più grande messaggio di speranza e di vita ai discepoli.
Trafalgar Square si riempì di gente e l’opera di Tiziano si erse a simbolo di ottimismo e di fiducia.
“Noli me tangere”, “Non mi toccare”. Il nome del quadro sembra oggi più che mai una frase entrata a far parte della nostra quotidianità, in giorni in cui anche il semplice gesto di toccarsi può rappresentare un pericolo per noi e per chi ci sta accanto.
Il “Noli me tangere” di Tiziano, nel ‘42, ha rappresentato un appiglio di salvezza per tutti i londinesi; l’arte ha permesso loro di unirsi e stare vicini quando tutto intorno sembrava andare distrutto. Hanno creduto nella bellezza, e ciò li ha portati lontano, via dalla guerra e dall’abbattimento.
Oggi, nel 2020, si cerca disperatamente di evadere da questa situazione di paura, di trovare una strada per scappare con la mente, per andare lontano. Nel 1942 una di queste strade fu proprio l’arte. Non c’erano sicuramente gli strumenti digitali di cui noi oggi disponiamo; bastò un quadro, al centro di una Galleria vuota, al centro di una piazza vuota. E adesso, ironia della sorte vuole che questo stesso quadro, che in passato ha salvato, porti come nome un monito che oggi ci potrebbe, fra le altre cose, salvare.
Distanti l’uno dall’altro, senza toccarci, ma uniti in questi giorni di continui cambiamenti, pensando al futuro.
Sono molti i musei che hanno messo a disposizione le proprie collezioni alle quali poter accedere online, a casa nostra. Il quadro stavolta non è uno, sono migliaia. L’invito è di sceglierne uno, come strada di evasione, e di ricordare come il “Noli me tangere” poté essere un motivo di forza per tutti i londinesi.
Dostoevskij scrisse che “la bellezza salverà il mondo”, sicuramente non pensando ad una così immediata praticità nell’interpretare questa sua affermazione.
Ma se anche uno solo di noi verrà aiutato dall’arte, allora forse il senso dell’effetto salvifico della bellezza potrà davvero considerarsi reale.